Giovane studente a Viterbo ho sentito parlare direttamente dall’allora P. Mestro Micheli della Sua intenzione di aprire una missione in Apurimac. Dalla sua apertura con i primi misionari italiani nel 1968 ho seguito tramite la rivista Apurimac e direttamente da mio fratelllo P. Giovanni il susseguirsi delle vicissitudini della Missione.
Finalmente due anni fa circa, in visita alla Basilica S. Pietro in Ciel d’Oro all’entrata mi imbatto nel libro di P.Morasca “26 anni in Apurimac” e lo leggo d’un fiato.
Da lì scatta in me qualcosa, memore anche dei miei trascorsi agostiniani, e ne parlo con mio fratello e la mia famiglia che, contrariamente a quanto mi aspettassi, mi incoraggiano nel mio progetto. Mio fratello mi mette in contatto con P. Giuseppe Pagano che a sua volta ne parla con i missionari. Passa poco e vengo informato che la mia richiesta è stata accolta. Andrò a Cusco a insegnare musica ai ragazzi oltre che organista della Parrocchia.
Dopo un breve periodo di preparazione tra Roma e Viterbo ecco finalmente il gran giorno. Il 13 giugno parto con P.Giovanni Boffelli alla volta del Perù. Dopo un breve periodo di ambientamento a Lima ecco l’arrivo a Cusco, antica capitale dell’impero Incas, ombelico del mondo e città del sole. I primi giorni sono faticosi (siamo a 3.700 mt e fa piuttosto freddo) ma l’accoglienza affettuosa dei Padri e un po’ di mate di coca mi aiutano a superare le difficoltà.
Dopo alcuni giorni di riposo inizio finalmente la mia missione: insegno canto e musica ai seminaristi e a los niños del Colegio S.Agustìn: la mia passione appresa da giovane dai Padri Sala e il compianto P.Marchesotti e a Viterbo da P. Romano guarda caso oggi missionario qui.
Los niños sono molto intelligenti, apprendono subito e faccio subito amicizia con tutti: quando fai breccia con loro sei a metà strada. Imparano anche qualche canto in italano: Madonna Nera, Tu sei la mia vita, Eccomi e Ti seguirò di Frisina. Per il 60° di professione di P.Domingo cantiamo a tre voci Tu sei Sacerdote di Corbetta e accompagna all’organo Marcelo di 12 anni e alunno del Colegio: ho trovato il mio sostituto, quello che i Padri volevano.
Qui c’è una comunita’ di Padri giovani, entusiasti e gran lavoratori. Immagino nel cielo la felicità di Mons. Micheli, ora qui sono rimasti solo 4 italiani, gli altri Padri (più di venti…) tutti indigeni.
A novembre visiterò le comunità in Apurimac, vero cuore pulsante della missione.
Per ora non mi rimane che salutare chiedendo un ricordo nelle preghiere, che è quello di cui abbiamo più bisogno.
Un fuerte abrazo a todos lo amigos de Roma.
Hermano Jose’.
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