Saluto di benvenuto al card. Pietro Parolin pronunciato dal
Priore Generale, p. Alejandro Moral Antón, durante la Santa
Messa delle ore 18.30, celebrata nella Basilica di
sant’Agostino in Campo Marzio
Eminenza Reverendissima,
sono lieto per la Sua presenza tra noi questa sera. La ringrazio per essere come un compagno di cammino in un momento così significativo qual è la solennità di sant’Agostino. Luogo importante e significativo: una Chiesa a Lui dedicata e nella quale riposano i resti mortali di Monica, sua mamma.
È trascorso un anno da quando abbiamo potuto vivere con emozione spirituale la visita di Papa Francesco. Lui stesso qui ha presieduto l’Eucarestia con la quale abbiamo dato inizio alle celebrazioni del nostro 184° Capitolo Generale.
Senza dubbio è stato un momento di rilevanza storica: era la prima volta che un Papa
inaugurava un nostro Capitolo Generale.
È stato soprattutto un momento di intensa riflessione spirituale. Il Santo Padre, nel suo discorso, ci invitava a riflettere sul concetto di “inquietudine” come una sintesi della vita di Agostino stesso e quindi nostra. Inquietudine della ricerca spirituale, inquietudine dell’incontro
con Dio, inquietudine dell’ amore.
Lui stesso ci incoraggiava a fissare gli occhi del nostro cuore in Cristo allo scopo di cercarlo in continuazione, annunciarlo con coraggio e testimoniarlo concretamente e con sollecitudine verso sorelle e fratelli. (cfr. Messa all’inizio del Capitolo Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, 28 agosto 2013).
L’Ordine di Sant’Agostino, fondato da 770 anni per speciale iniziativa della Sede Apostolica, ha mantenuto sempre come obiettivo, mèta, aspetto fondamentale la disponibilità alle necessità della Chiesa e la fedeltà ai Sommi Pontefici (CC 3).
Questo aspetto, che si aggiunge agli altri tre elementi costituenti la nostra spiritualità
(interiorità, vita comune, coinvolgimento sociale), ci ha sempre indirizzati e sostenuti in un
apostolato diversificato e molto fecondo nei cinque continenti; in prima linea e sempre al servizio della Chiesa Universale.
Oggi riaffermiamo questa totale disponibilità e desidero chiederle, Eminenza, che abbia la bontà di riferirla al Santo Padre a nome di tutto l’Ordine.
Durante il Capitolo Generale ho manifestato il mio desiderio e impegno di presentarci al mondo, come religiosi e come ordine, con il “Principio della Misericordia” e di “strutturarci” per la CON-PASSIONE.
Farci notare cioè con una nostra coraggiosa, libera e intensa reazione di fronte alle sofferenze che ci sono nel mondo e diventando un “luogo” più sensibile e più coinvolto davanti alle ferite morali, fisiche e spirituali degli uomini e donne del nostro tempo (cfr. La mia riflessione evangelica, ecclesiale e agostiniana. Discorso del Priore Generale P. Alejandro Moral Antón al Capitolo Generale, 12 settembre 2013).
Questo sia il nostro obiettivo e il nostro impegno come cristiani e come agostiniani alla luce del Vangelo e lasciandoci guidare dalle linee direttrici e ispirate del Concilio Vaticano II.
Sant’Agostino fu ben cosciente di questo bisogno della misericordia, che scaturisce dal coinvolgimento stesso nella fede. A questo scopo desidero concludere ricordando un pensiero del Nostro Santo Padre, che sia allo stesso tempo stimolo, garanzia e programma:
«Abbiamo continuamente a portata di mano la medicina con cui curare le nostre ferite, che
son roba di ogni giorno. Ora questa medicina si trova nelle opere buone di misericordia. Se vuoi
ottenere misericordia da Dio devi essere tu stesso misericordioso (…). Noi manifestiamo fiducia in Dio, fratelli, attraverso le opere di misericordia. Confessate al Signore perché è buono, perché in eterno è la sua misericordia. Confessa, perché Dio è ricco di misericordia. E il suo desiderio è perdonare i peccati a chi glieli avrà confessati. In più, offrigli un sacrificio. O uomo, sii compassionevole col tuo simile e Dio avrà compassione di te (Sermone 259, 3).
Grazie Eminenza per stare con noi, vicino a noi e per la Sua delicata cortesia.
Che il Signore la ricompensi e la sostenga