Cari amici,
nella Domenica delle Palme festeggiamo con i nostri ulivi l’ingresso di Gesù a Gerusalemme; la regalità del Figlio, vilipesa nell’insulto, nel corpo di un innocente condannato ed esposto, coincide con l’inizio della sua Passione, in cui Egli diventa pienamente Servo nell’umiliazione e nel dono totale.
Inizia la Settimana più importante dell’anno e di ogni tempo: si compie nel Figlio l’Amore di Dio per l’uomo, sua creatura. Scrive Agostino: “i patimenti che il nostro Signore ha sofferto ad opera dei nemici li ha sofferti per la nostra salvezza e perché ne traessimo profitto per la vita presente, in quanto egli si è degnato sopportarli per darci un esempio di pazienza, e così noi, se Dio vorrà che soffriamo qualcosa per la verità del Vangelo, non ci sottraiamo a tali sofferenze…”
E con Anna:
“ora raccogli nella tua mano
il mio pianto umano di madre,
perché atroce è ovunque la morte
innocente, come una pietra
sul cuore la pena invincibile.
Dio mio, perché mi hai abbandonato”
Scrive ancora Agostino: “Ci diede un esempio di sopportazione e, camminando avanti a noi, ci mostrò cosa debba fare colui che vuole seguirlo. È quanto ci esortò a fare con la sua parola, quando disse: Colui che mi ama prenda la sua croce e mi segua. Porta in certo qual modo la sua croce colui che sostiene [il peso del]la sua mortalità”
Il silenzio di Gesù renda silenzioso il nostro cuore; solo nella povertà del silenzio possiamo contemplare il Crocifisso e meditare l’obbedienza, l’offerta totale d’amore di Cristo che nella morte raccoglie e ridona la vita.
E ancora Anna:
” E’ l’ora in cui muore
la voce nel corpo spezzato, nel pane
diviso….
Lo so, la Pasqua è vicina e la vita.”
Sia Pasqua di Resurrezione per noi, amici
Anna e Marco