Un sacerdote dedito alla meditazione, allo studio e alla lettura ma anche attento ad accogliere tutti, anche i più lontani dalla Chiesa, e aperto a qualsiasi contesto, anche quello sportivo. È il ritratto di padre Antonio Truda, scomparso alle prime luci dell’alba di ieri, 25 marzo, all’età di 76 anni, per molti anni parroco di Santa Maria del Popolo e di Santa Prisca.
Nato a Farnese, in provincia di Viterbo, nel dicembre del 1944, padre Antonio entrò nella Provincia romana dell’ordine di Sant’Agostino e dopo gli studi e l’ordinazione sacerdotale – nel 1968 – intraprese l’insegnamento della religione prima al liceo ginnasio “Virgilio” e dopo nella scuola pontificia “Pio IX”. In seguito diventò parroco a Santa Prisca all’Aventino, dall’89 al ’96, poi nella basilica di Santa Maria del Popolo dal 2000 al 2012 e negli ultimi anni fece ritorno, sempre come parroco, a Santa Prisca, dove ha ricoperto questo ruolo fino ad oggi.
«È impossibile sintetizzare la storia e le iniziative di padre Antonio – spiega padre Rocco Ronzani, superiore della comunità degli Agostiniani di Santa Prisca -. Era il primo a scendere in chiesa al mattino, per pregare e accogliere i parrocchiani. Allo stesso tempo – ricorda – non perdeva di vista la vicinanza a chi non era cristiano o cattolico, come con i pastori luterani di Roma, con i quali ogni anno preparava una giornata di incontro fraterno».
Padre Truda era anche attento alle coppie e ai giovani. «Lui stesso – spiega padre Ronzani – è stato uno sportivo e un appassionato di sport. Un suo parrocchiano a Santa Prisca di cui aveva celebrato il matrimonio – racconta – era un campione olimpico e lui prese spunto da questo per insegnare a tutti quanto fosse importante vincere la sfida di dare un senso pieno a ogni giorno». Su questa scia, infatti, uno dei suoi ultimi progetti furono le “Menneadi”, istituite nel 2014 in occasione della prima ricorrenza della scomparsa di Pietro Mennea. Una manifestazione amatoriale per i bambini dai 5 ai 13 anni che riscosse un enorme successo ed è stata interrotta nel 2020 solo per la pandemia.
Anche a Santa Maria del Popolo «ha portato un vento di unione ed entusiasmo», racconta invece padre Amedeo Eramo, già parroco negli anni in cui Truda fu vice parroco. «Dava a tutto l’ambiente – ricorda – un senso di comunione fraterna, da vero pastore». Un carisma, quello di padre Truda, «che lo portava ad essere scherzoso e divertente con tutti, anche con noi confratelli – racconta Eramo – e si scherzava sempre, anche sul calcio di cui lui era molto appassionato». E proprio come un campione dello sport «aveva vinto la sfida contro un tumore nel 2001 – racconta il religioso – e, nonostante l’ultima e fulminea malattia che lo ha portato via», ha vissuto sempre con il sorriso e con la preghiera.
I funerali, celebrati dal vescovo Daniele Libanori, si sono svolti venerdì mattina, 26 marzo, alle 11.30 nella parrocchia di Santa Prisca, in via di Santa Prisca 11.
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