La “stretta” per il Covid19 continua. Già nelle prime ore del mattino si avverte il silenzio spettrale, quasi a farti sentire, e in modo non indolore, la differenza con la normale frenesia dei giorni andati.
Un silenzio denso, che pesa, ma che appare come un urlo, un grido: “memento!”, cioè “ricordati!”.
Chissà quanto cambiarà la vita, dopo che sarà passata questa pandemia! E non bisognerà che passi, perchè sta già cambiando tutto, perfino le abitudini più consuete.
Si ha proprio l’impressione netta di esserci lasciati alle spalle la società smemorata, la società gaia e gaudente, la società del profitto e dell’anonimato.
In una parola: un risveglio. Sarà proprio così?
Oppure sarà come dopo una tempesta, dopo uno di quei nubifragi estivi con tuoni, lampi e grandine, e ci rimetteremo a dormire? Quando i riflettori dei media si spegneranno, si continuerà a parlare di altro, per distrarci ancora e dimenticare in fretta la tempesta? E quel grido? Quell’urlo così potente che sta dominando le nostre giornate? Ricordati!
Ricordati che non sei dio, che il progresso e la scienza non ti salvano dal nulla; ti aiutano, ma non ti salvano. Hai creduto troppo nelle tue possibilità, ma ora ti trovi impotente e solo, davanti a un nemico invisibile che si fa beffe di te.
Vi ricordate Il grigio, il racconto teatrale in due atti di G. Gaber, dove il protagonista, un uomo quasi normale, si trova a combattere con un nemico invisibile e inidentificabile? Ah, già! ve lo siete dimenticato. Beh, il protagonista esordisce dicendo: “So a cosa stai pensando. Si, ormai lo so. E vorrei anche dire a chi non vuol vederti o preferisce ignorarti che in quanto ad astuzia e malvagità tu superi qualsiasi immaginazione…”.
Ricordati che un Dio si è sacrificato per te, per te ha accettato gli insulti, gli sputi e la morte su una croce. Ha dato tutto se stesso per te, per tirarti fuori dal nulla. Non è un nemico invisibile. È mistero, certo, e rimane tale, ma si è mostrato a te, ti ha fatto vedere il suo volto; ha voluto esserti amico e da quel momento non si è mai nascosto. Sei tu che vuoi nasconderlo e semplicemente perchè ti ricorda che non sei onnipotente, che non ce la farai mai da solo a tirarti fuori dal nulla.
Ma com’è provvidenziale questo silenzio, il silenzio di questa “stretta” che, allora, non è più spettrale ma segno inequivocabile di una grande attesa!
P. Giuseppe Scalella, OSA