Fausto Albertini è un fisioterapista svizzero che ha già fatto due esperienze nel Poliambulatorio di Cuzco. Ci offre una sua testimonianza e alcune foto. Lo ringraziamo per la sua generosità.
Col volontariato in Perù ho riscoperto il valore umano della persona
É grazie al monastero Santa Maria di Poschiavo, dove trascorsi qualche anno fa un fine settimana di raccoglimento e preghiera, che ho scoperto la rivista degli Agostiniani, intitolata Apurimac. Da subito mi sarebbe piaciuto fare un esperienza di volontariato a Cuzco o in Apurimac, e pensai che al momento opportuno si sarebbe presentata anche l’occasione.
In effetti durante una visita all’Eremo agostiniano di Lecceto, ho incontrato il Padre
Provinciale Luciano De Michieli e il Padre Giuseppe Pagano. Grazie al loro incontro e
interessamento mi è stato permesso di intraprendere questa esperienza, lavorando nella Fisioterapia che è stata aperta nei primi mesi del 2013 al policlinico Santa Rita, a Cuzco, Perù.
A questo punto uno potrebbe chiedersi ? Ma perché andare cosi lontano per svolgere
del volontariato, in continenti come l’America del sud, l’Africa, l’India, o altro ancora, mentre si può benissimo svolgere del volontariato anche da noi ? Intanto il desiderio di conoscere altri continenti, altri popoli e altre culture è innato nell’ uomo, come pure quello di scoprire altre terre. Inoltre rappresenta un immenso arricchimento umano e la scoperta della vera felicità, specialmente là dove sta il povero.
Appena giunto sul posto, mi sono sentito subito a mio agio e il lavoro con queste persone mi è piaciuto moltissimo. Intanto, le patologie che presentavano queste persone erano quasi
sempre importanti, specialmente dell’apparato loco-motorio con degenerazione di articolazioni periferiche e della colonna. Ma anche casi di neurologia, come ad esempio
emiplegia dopo ictus cerebrale e altri campi della medicina. La terapia era molto apprezzata e presa sul serio, anche perché le persone non avevano l’assicurazione malattia come da noi in Svizzera oppure in altri paesi europei, cosi dovevano pagare in funzione delle loro possibilità. Solo quello che si paga ha un vero valore. Mi è rimasto impresso quello che mi diceva Padre Giovanni, che a volte vengono con qualche uovo perché non hanno i soldi per pagare ed è molto importante per la loro dignità accettare questo dono al posto dei soldi. Certamente che ci sono delle persone molto povere e che hanno veramente poco : mi ricordo di una signora che è venuta con 4 figli e noi non sapevamo quanto chiedere. In genere si chiedeva al massimo 10 soles, l’equivalente a 3 euro circa, se poi non potevano si adattava alla loro possibilità, anche gratuitamente se la situazione era disperata. A questa signora avevamo deciso di chiedere, sempre se poteva pagare, 5 soles. Lei, povera, ha detto che a casa aveva ancora altri figli e che 5 soles erano molti per lei. Allora le dissi : guardi signora, se lei può ci dia 1 soles, altrimenti la tratteremo comunque perché lo scopo del policlinico non è il guadagno, ma sopratutto l’aiuto alle persone bisognose che non possono permettersi le cure. Allora, per un buon momento si mise a pensare e poi mi disse : guardi, forse posso contribuire anche con 2 soles. Questa risposta mi toccò il cuore e le dissi : guardi signora, noi contiamo sulla divina provvidenza e anche lei deve credere nella divina provvidenza, perciò noi siamo già molto contenti se può contribuire con 1 soles.
Per terminare voglio ringraziare i miei superiori che mi hanno permesso di svolgere questo
volontariato e che spero di continuare anche in futuro, se mi sarà possibile. Ringrazio Padre Giovanni quale responsabile di tutta la struttura e l’hermana Ninoska quale direttrice del policlinico, cosi come tutti i collaboratori che lavorano nel policlinico e per il policlinico.
Fausto Albertini
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