25 settembre – venerdì
Dalla Toscana alla Sicilia, passando per le Marche, l’Umbria, il Lazio e la Campania, sono arrivati nel pomeriggio a Cascia diversi gruppi di laici agostiniani, soprattutto Communio, FAS e terz’ordine, accompagnati dai frati di varie comunità, come Borgo a Buggiano, Terni, Roma Torbellamonaca, Napoli, Palermo Rocca e Palermo Consolazione. Una bella novità è la presenza di una coppia di laici della Fraternità S. Agostino e S. Rita di Kosice, in Slovacchia. Inoltre è presente la Confraternita del B. Antonio di Amandola, dove la comunità dei padri non è più presente da qualche anno e Sommatino (CL), venuta a contatto con la spiritualità agostiniana grazie alla comunità, oggi non più presente, di Canicattì. Infine i laici dell’ALAS di Roma e Frosinone, associati alle Agostiniane Serve di Gesù e Maria. Atteso per domani il gruppo di laici legati alle Agostiniane della SSma Annunziata. Con la recita dei Vespri nella Basilica Inferiore, presieduti da Mons. Giuseppe Mani, vescovo emerito di Cagliari, si è aperto il primo Incontro Nazionale dei Laici Agostiniani. La sede prescelta è stata l’Hotel delle Rose, nel quale, dopo cena, si è svolto un breve incontro di presentazione tenuto da P. Giuseppe Pagano, consigliere provinciale incaricato dei laici. È seguito un momento di animazione organizzato da Sr. Marta Gadaleta ASGM, che ha coinvolto i gruppi presenti attraverso un’ “edizione speciale” di Affari nostri, “variante” agostiniana del programma Affari tuoi. Tra allegre penitenze e piccoli premi tutti i laici sono stati protagonisti dello spettacolo. Poi tutti a letto. Domani è un altro giorno e si vedrà…
26 settembre – sabato
La giornata è cominciata con le Lodi nella Basilica Inferiore alle 7.30 e la colazione alle 8.00.
Alle 9.00 Mons. Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari, ha tenuto la conferenza “La Chiesa di Francesco” attraverso la quale ha presentato le peculiarità del pontificato di Francesco, che non sono tanto da ricercarsi nelle scelte del suo stile di vita (che lo rendono simpatico ed originale), quanto piuttosto nel suo concetto di Chiesa. Per attuare a pieno il Concilio vaticano II Papa Francesco invita la Chiesa a rendersi conto che deve essere l’anima del mondo, una Chiesa in uscita, che testimonia la sequela di Cristo, un ospedale da campo nel quale è Dio che agisce.
Il rinnovamento della Chiesa dipende dalla conversione dei suoi membri. I cristiani sono chiamati a realizzare un incontro personale con Cristo, per annunciarlo poi con gioia. Non una Chiesa che si atteggia a depositaria della verità, ma una Chiesa che vuole comunicare l’esperienza salvifica dell’amore di Dio per l’umanità. Il vero annuncio è quello del kerigma: Dio ha tanto amato il mondo da mandare suo Figlio per salvarlo. Questa è la buona notizia!
La credibilità di Papa Francesco dipende dal fatto che la sua vita rispecchia le sue parole, come avveniva per Gesù Cristo, che realizzava quello che diceva.
La conferenza di Mons. Mani ha suscitato interesse e partecipazione da parte di tutti e certamente le sue parole hanno offerto importanti stimoli anche per la riflessione nei gruppi, una volta tornati nelle rispettive comunità parrocchiali.
Lo stesso Mons. Mani ha presieduto, poi, la S. Messa delle 12.00 nella Basilica di S. Rita e nell’omelia ha invitato i fedeli ad anteporre il bene comune al proprio, fino al punto di dare la vita per gli altri.
Nel pomeriggio i partecipanti al convegno si sono recati in visita alla vicina cittadina di Norcia, terra natale di S. Benedetto. Dopo una visita libera della città (nella quale si trova anche una chiesa dedicata a S. Agostino) tutti si sono ritrovati nella chiesa di S. Benedetto, dove un giovane monaco ha presentato brevemente la vita di S. Benedetto e ha spiegato come si svolge la vita dei monaci. I vespri in latino, secondo la liturgia benedettina, hanno coronato la visita di Norcia.
Dopo cena il gruppo “Jesse” proveniente da S. Giovanni Valdarno ha offerto a tutti una bella riflessione… cantata! Un percorso agostiniano che ha trovato eco nelle parole di Benedetto XVI e Francesco, ma è anche un invito per tutti. Allo spettacolo del gruppo Jesse si sono alternate le presentazioni dei gruppi partecipanti al convegno e nell’insieme si è creato l’effetto della concretezza, nella vita quotidiana dei laici, del cammino spirituale indicato da Agostino e dai due Pontefici.
Verso mezzanotte è finita questa giornata veramente ricca.
27 settembre – domenica
Anche stamattina Lodi alle 7.30 e colazione alle 8.00, due momenti così diversi, ma entrambi capaci di creare comunione. I diversi gruppi di provenienza sono andati amalgamandosi sempre di più, un buon auspicio per le prossime iniziative.
Alle 9.00 P. Francesco M. Giuliani ha tenuto la sua conferenza dal titolo “Elementi agostiniani per il laicato agostiniano”. L’intervento di P. Giuliani è stato interessante e provocatorio in senso positivo. Ha, infatti, esordito dicendo che il primo elemento agostiniano è quello di togliere le troppe caratterizzazioni. Agostino non ha voluto creare caratterizzazioni, ha voluto essere semplicemente Chiesa, come i primi cristiani. Essere agostiniani è essere Chiesa.
- Agostino sottolinea in modo particolare che noi tutti siamo peccatori e bisognosi di salvezza; riconoscerci come tali dovrebbe portarci ad essere desiderosi di salvezza. D’altra parte Cristo ci ha salvato “bevendo” per primo la “medicina amara” che è venuto a portarci per guarirci. Tutto ciò è occasione di lode, come dice anche lo stesso S. Agostino: “Questa è grazia, una grande grazia, chi potrà degnamente celebrarla?”. Sottolineare il nostro peccato è esaltare la grandezza di Cristo redentore.
Riconoscerci peccatori ci fa sentire esuli dal Signore e ci porta a gemere secondo lo Spirito. È la positività dell’inquietudine, una caratteristica agostiniana molto forte, che spinge alla ricerca della pace e del mezzo per raggiungerla. S. Agostino dice che la croce di Cristo è il legno per attraversare il mare che ci separa dalla pace di Dio.
Il tema della misericordia è, quindi, profondamente agostiniano ed è nello stesso tempo il tema che accompagnerà il giubileo che sta per aprirsi. Siamo chiamati a vivere di misericordia perché a noi per primi è stata usata misericordia. Questa è la verità essenziale del presente e deve essere la prima caratteristica del laico agostiniano. Nell’annunciare Cristo al mondo non dobbiamo montare in superbia, ma pensare che eravamo perduti e siamo stati ritrovati.
Un’altra caratteristica del laico agostiniano è quella della carità di avvicinare il prossimo. Infine, sentendosi membro del corpo di Cristo, il laico agostiniano deve avere lo zelo dell’annuncio. S. Agostino dice: “Non stancatevi di guadagnare anime a Cristo perché anche voi siete stati guadagnati da Cristo”.
La conferenza di P. Francesco M. Giuliani è stata accolta da tutti come una valida traccia per il cammino dei gruppi di laici nel corso dell’Anno della Misericordia. Il P. Provinciale ha, pertanto, avanzato l’idea di realizzare un sussidio ben strutturato che sarà messo in rete in questo sito perché tutti possano usufruirne.
Il convegno si è concluso con la S. Messa celebrata nella Sala della Pace, presieduta dal P. Provinciale, P. Luciano De Michieli che, nell’omelia, ha richiamato l’attenzione sulla centralità di Cristo nella nostra vita.
Le ore e i giorni sono volati e dopo pranzo il gruppo dei partecipanti (quasi cento) è andato via via assottigliandosi fino a dileguarsi. In tutti è rimasto l’entusiasmo dell’esperienza vissuta e il desiderio di metterla in pratica. Speriamo che la sana inquietudine agostiniana conduca tutti allo zelo dell’annuncio.