Pubblichiamo una intervista apparsa sulle pagine del Corriere Fiorentino a padre Giuseppe Pagano, prossimo al ritorno come Priore in Firenze, presso la Basilica di Santo Spirito in Oltrarno.
«La basilica di Santo Spirito resterà aperta ogni sabato sera dalle 21 alle 1, i giovani laici che fanno parte della nostra comunità andranno nella piazza e inviteranno altri giovani a visitare la chiesa, per meditare e trovare un momento di riflessione e preghiera».
È il progetto di Padre Giuseppe Pagano, nuovo Priore di Santo Spirito, che si insedierà l’8 settembre e sarà accompagnato da altri tre frati. Nato a Gela e cresciuto a Milano, ha vissuto nella basilica per tre anni, poi è tornato a Roma nel 2012. E adesso, ancora Firenze.
«A decidere questo ritorno sono stati i miei superiori, per me è una gioia. Santo Spirito è un luogo dove ho lavorato con grande entusiasmo, i ritorni sono sempre una scommessa, ma conosco bene la città e i fiorentini. È vero che sono chiusi ma quando si aprono ti sono veramente amici col cuore. Firenze mi è mancata, mi è mancata soprattutto la dimensione umana della città e del quartiere».
Che cos’è per lei il quartiere di Santo Spirito?
«È un quartiere dove si può incontrare la stessa gente tutti i giorni, dove resistono espressioni popolari e di comunità che nel resto della città purtroppo si sono perse».
E cosa rappresenta la basilica di Santo Spirito?
«Vedo questa chiesa come un faro nella notte per i giovani frequentatori della piazza, giovani che vogliono divertirsi ma a volte appaiono un po’ smarriti, cercano un senso alle loro vite».
Scenderete tra i giovani della piazza ogni sabato sera?
«Lasceremo i portoni della chiesa aperti fino a notte, una parte dei 40 giovani laici che frequenta le nostre scuole di evangelizzazione passerà tra i giovani dei locali, parlerà con loro, li inviterà a visitare la chiesa. Anni fa che diede i suoi frutti».
Nella sua prima stagione fiorentina ha combattuto il degrado della piazza, come poi ha fatto il suo successore Padre Baldoni. Ma la battaglia è tutt’altro che vinta. Perché?
«I controlli sono importanti, ma da soli non bastano. Non si può pensare di militarizzare una piazza, ai controlli serve affiancare un lavoro socio-educativo».
Ha qualche idea in merito?
«Mi piacerebbe coinvolgere, sotto l’egida del Comune, i calcianti bianchi come “city angels”, sull’esempio di quanto succede a Milano. Con il presidente dei Bianchi Marco Baldesi e con alcuni calcianti c’è un ottimo rapporto. Sarebbe bello che fossero sentinelle sociali e assumessero una presenza discreta ed educativa nell’area della piazza per il rispetto della legalità e per il dialogo con chi vive situazioni di marginalità».
Oggi Santo Spirito ha una fontana restaurata e le aiuole nuove. Sul sagrato però, persistono problemi di degrado
«Meglio una piazza piena che una piazza vuota, quindi ben vengano i giovani che si divertono. Effettivamente però, i gradini del sagrato non vengono rispettati perché spesso la gente lascia cartoni, bottiglie e sporcizia. Questo problema va risolto».
Quali saranno le iniziative liturgiche e culturali nel convento?
«Tra i progetti principali c’è la ripresa del progetto dei “Martedì di Santo Spirito”, serate dove inviteremo personaggi delle cultura, della filosofia e dell’arte per discutere sui temi del nostro tempo nella Sala del Capitolo».
Parlerà con il sindaco?
«Certamente, già ci conosciamo e vorrei coinvolgerlo per i progetti appena citati».
Vuole lanciare un messaggio ai residenti di Santo Spirito?
«Lavoriamo tutti assieme, soltanto così potremmo sconfiggere marginalità e degrado. Insieme ce la faremo, questo era lo spirito di Sant’Agostino, se saremo in grado di fare comunità, gli esiti saranno migliori».
Jacopo Storni
Pubblcato su CorriereFiorentino.it