Cari fratelli
è per me una grande gioia potervi incontrare ancora un volta, in un momento di grazia come il Capitolo Intermedio. Ringrazio P. Patrizio Villalba, assistente generale, per aver voluto essere presente a questi lavori e per il suo desiderio di conoscere di più il Vicariato. È per tutti noi anche un segno prezioso della vicinanza dell’Ordine e del P. Generale e del suo desiderio di accompagnarci e orientarci nel nostro cammino di Vicariato. Ringrazio inoltre il P. Vicario e il suo consiglio per l’accoglienza e la preparazione di questo nostro incontro e tutti voi fratelli per essere qui.
La Parola di Dio, in questo nuovo inizio del tempo ordinario, ci richiama provvidenzialmente all’essenziale della nostra vita, perchè non accada che ripartiamo appesantiti da ciò che non è importante e non ci aiuta e sostiene.
“Convertitevi e credete al Vangelo”. Sono le prime parole pronunciate da Gesù nel Vangelo di Marco. La seconda espressione é “venite dietro a me”.
Cosa significano queste parole così forti:
Sono per noi l’invito a cambiare strada, ad avere come criterio di giudizio su se stessi e sulla realtà il Vangelo, a tenere gli occhi fissi su Gesù e ad andare dove egli va. A stare con lui.
Questo, fratelli, credo sia l’essenziale.
E se qualcosa ci distoglie da esso, e necessario lasciarlo subito.
La nostra vita è bella perchè è con Cristo ed è di Cristo. È l’invito a smettere di pensare a noi stessi, ai nostri interessi, ma piuttosto al bene degli altri, a preoccuparci che siano amati, che incontrino il Dio di Gesù Cristo nella Chiesa. Questo è il nostro stile di vita. Perdere la vita … per non perderla.
La lettera agli Ebrei ci ha ricordato che Gesù Cristo “tutto sostiene con la sua Parola potente” e che ha “compiuto la purificazione dei peccati”.
Potenza della Parola di Dio e dono del Perdono dei peccati: queste sono le armi che ci sono date, insieme al coraggio di annunciare il Vangelo e di ripetere anche noi come Gesù: “Venite dietro a me vi farò pescatori di uomini”. Certo è Dio che da la vocazione ma noi oggi siamo quella voce che chiama, con la nostra vita contenta e con le nostre parole.
Per chiamare altri a vivere la nostra vita bisogna essere contenti di ciò che siamo, certi che la nostra vita è bella, non facile, ma bella. La tentazione invece è quella di vivere pensando che il mondo stia andando da un altra parte, che Dio non interessi ai giovani. Non è vero! Noi sappiamo che non c’è cosa più bella al mondo di stare con lui e che una vita senza Dio è vuota, cieca, non sa da dove viene e dove va. È perciò per amore che annunciamo il Vangelo, perchè ogni persona trovi la vita, la vita vera, come noi l’abbiamo trovata nonostante le nostre miserie.
Il Papa ci sta aiutando molto a vivere una vita consacrata autentica, in uscita. Ci invita a non stare chiusi nei conventi, nelle nostre stanze, nelle nostre comunità. Satana sa che un consacrato lieto e coraggioso, può portare molti a Dio, e perciò ci invita a stare chiusi in casa, a perderci nello schermo del computer più che nel volto delle persone, a pensare a noi stessi più che al bene degli altri. Alla fine rischiamo anche noi di credere che la nostra vita non interessa a nessuno e che è meglio starsene tranquilli tutto il giorno in casa, a fare il minimo indispensabile, piuttosto che andare a trovare i malati, a consolare, ad aiutare, ad insegnare e ad imparare dalla vita dura di molte brave persone. Non lasciamoci rubare la gioia del Vangelo, ci ripete il Papa, di un Vangelo vissuto! Papa Francesco ci invita a lasciar dietro le spalle ‘una Chiesa mondana rivestita di abiti spirituali o pastorali’ per respirare ‘l’aria pura dello Spirito Santo che ci libera dall’essere centrati in noi stessi, nascosti in una apparenza religiosa vuota di Dio. Non lasciamoci rubare il Vangelo!’ (Scrutate)
L’altra grande tentazione è quella di non fare le cose insieme, perchè Satana sa che Dio è irresistibile quando si manifesta attraverso la nostra unità, il nostro stimarci e volerci bene nell’operare. Anche qui il Papa ci sta aiutando tantissimo nel puntare il dito su tutto ciò che divide la nostra comunione, basti pensare ad alcuni dei punti dell’esame di coscienza che ha proposto alla Curia di Roma proprio questo Natale, ma che potremmo benissimo applicare anche a noi stessi (se non lo avete letto andatelo a cercare, è un testo scomodo che molti hanno criticato). Se vogliamo essere fecondi nel nostro Vicariato dovremo essere capaci di collaborare con tutti, essere centro di unità a tutti i livelli. Dentro la comunità, tra comunità, nel Vicariato, tra Vicariati, ecc… Ma non solo, dovremo imparare ad annunciare il Vangelo con le suore con cui la provvidenza ci dona di vivere accanto, con i bravi laici e le brave famiglie che Dio ci donerà di incontrare nel nostro cammino.
Sì, nel nostro cammino, perchè questi incontri si fanno solo camminando. Se stiamo fermi e chiusi, sarà difficile incontrare chi il Signore ha posto nel nostro cammino. Ma se abbiamo il coraggio di uscire da noi stessi fidandoci di Dio, la Provvidenza sarà la protagonista della nostra vita. Satana ci tenta con la Superbia, ci vuol convincere che è meglio lavorare da soli. In effetti il vero problema è che l’incontro con l’altro, specialmente se è migliore di noi, ci mette in crisi, manifesta i nostri limiti. Ma Dio ci ha donato la via grande dell’Umiltà, se la seguiamo impareremo molto e scopriremo anche noi stessi: abbiamo molti più doni di quanto pensiamo, ed anche le nostre fragilità saranno occasione di grazia. Convertiamoci perciò fratelli, cambiamo strada, percorriamo la via dell’unità, della collaborazione, della partecipazione. Che i nostri conventi siano cenacoli di fraternità!
Fratelli lasciamo ancora una volta, tutti, che la Potenza della Parola scenda su di noi, ci chiami a conversione e ad una rinnovata fede nel Vangelo. Lasciarci cambiare da Signore è opera di ogni giorno, opera santa, ed è anche il motivo per cui il Signore ci ha convocati ancora una volta in questo a celebrare insieme il Capitolo del Vicariato dopo 25 anni di grazia, e molti più di annuncio missionario.
La Vergine Maria, madre del Buon Consiglio, vegli su di noi, sui nostri lavori, sulla nostra fede. Amen.