Nella basilica dedicata al religioso agostiniano vissuto fra il XIII e XIV secolo, sabato, 16 settembre, a partire dalla Messa dello Spirito Santo, alle 11, e fino a domenica pomeriggio, è possibile ottenere l’indulgenza plenaria. Il beneficio è stato concesso da Bonifacio IX a quanti visitano il luogo di culto che custodisce le reliquie del patrono delle anime del Purgatorio. Di Tiziana Campisi da VaticanNews
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Si apre domani, 16 settembre, a Tolentino, nelle Marche, la Festa del perdono di San Nicola, che consente a chi visita la tomba del taumaturgo agostiniano vissuto fra il XIII e XIV secolo, nella basilica a lui dedicata, di ottenere l’indulgenza plenaria concessa da Papa Bonifacio IX con la bolla Splendor paternae gloriae dell’1 gennaio 1390. Dalla celebrazione della Messa votiva dello Spirito Santo, alle ore 11, presieduta dal priore della Provincia agostiniana d’Italia padre Giustino Casciano, e nella giornata di domenica, 17 settembre, ai fedeli viene elargito il perdono dei peccati alle consuete condizioni richieste dalla Chiesa: la confessione, la partecipazione alla liturgia eucaristica e la preghiera secondo le intenzioni del Papa. A chiudere la Festa del perdono sarà una Messa celebrata, alle 19, da monsignor Robert Prevost, prefetto del Dicastero per i Vescovi, cardinale designato.
La vita di San Nicola da Tolentino
San Nicola nasce a Sant’Angelo in Pontano nel 1245. Decide di entrare nell’ordine dei frati eremitani di Sant’Agostino intorno al 1259. Ordinato sacerdote viene destinato a diversi conventi delle Marche prima di giungere, nel 1275, a Tolentino, già noto come grande uomo di Dio, umile, affabile, di grande pietà, di aspre penitenze, di intensa preghiera. Nella cittadina della provincia di Macerata trascorre trent’anni, conducendo vita ascetica, dedicandosi alla predicazione, alle confessioni e prodigandosi per quanti gli chiedevano aiuto. Muore il 10 settembre 1305. Diversi i miracoli dovuti alla sua intercessione già durante la sua esistenza terrena. Il culto nei suoi confronti si diffonde molto presto. La sua storia è stata affrescata nel Cappellone della basilica di Tolentino. La stesura pittorica è databile ai primi decenni del Trecento e sarebbe opera di maestranze riminesi capeggiate dal pittore Pietro da Rimini. È patrono delle anime del Purgatorio e della Chiesa universale per le questioni relative all’ecumenismo.